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La Storia

L’Istituto Comprensivo “E. Porcu + S. Satta” ha il nome che era in passato della Scuola secondaria di primo grado nata dalla fusione delle prime due scuole medie della città di Quartu Sant’Elena: la Scuola media n. 1 era intitolata a Sebastiano Satta ed era ubicata in Via Vespucci, mentre la Scuola media n. 2 era dedicata all’eroe quartese Eligio Porcu e aveva sede in Via Turati che è ancora quella della Scuola secondaria. Eligio Porcu L’eroe quartese Capitano Eligio Porcu è stato un esempio non solo per il suo coraggio, ma anche per la forte determinazione a proseguire i suoi studi anche in periodo di guerra. Di umili origini Eligio Porcu , figlio di Giovanni Battista Porcu e di Vincenza Ruggiu, era nato a Quartu S. Elena il 19 dicembre del 1894. Aveva frequentato le scuole elementari conseguendo la licenza. Nell’anno 1910/11 si era iscritto alla prima classe dell’Istituto Tecnico "Pietro Martini" di Cagliari. Non aveva completato gli studi poiché aveva ricevuto la cartolina di leva. Arruolato come fante il 15 maggio 1914, era stato assegnato al 46° reggimento di fanteria della brigata "Reggio" e inviato alla scuola per allievi ufficiali tra Pisa e Firenze. Nel luglio 1915 raggiunse il fronte nel Cadore con il grado di sottoufficiale. In questo periodo ricette la "Croce belga" al valore militare per il coraggio dimostrato in battaglia. Nelle lettere che aveva inviato ai suoi familiari e alla sua fidanzata Amelia raccontò episodi di guerra e di vita in trincea. Dopo aver proseguito gli studi per conto proprio si presentò come privatista presso l’Istituto Tecnico di Padova, dove conseguì l’ammissione alla terza classe. Nel 1916 scrisse al padre di inviargli la documentazione per iscriversi alla facoltà di Ingegneria di Cagliari. Sostienne quattro esami nelle pause tra una battaglia e l’altra e frequentò anche la scuola di sci, ritenuta utile per il servizio di pattugliamento. Nel 1916 partecipò alla presa di Gorizia e ottienne una licenza che gli consentì di ritornare a Quartu per riabbracciare i suoi cari. Nel 1917 la partecipazione ad alcune azioni pericolose gli fecero ottenere il grado di Capitano. Nello stesso anno venne decorato con la Medaglia d’argento al valore militare per aver difeso, durante l’attacco del nemico, la trincea italiana. Inviato con la nona compagnia sul Montello, respinse l’offensiva degli austro-tedeschi per quattro giorni. Ferito ad entrambe le gambe, preferì togliersi la vita piuttosto che cadere prigioniero dei nemici. Il 29 maggio 1919 gli venne conferita la Medaglia d’oro alla memoria per le sue imprese eroiche nella Prima guerra mondiale. Nel 1920 l’area in cui oggi sorge la Cittadella dei Musei a Cagliari venne adibita a caserma a lui intitolata. Nel 1984, per iniziativa dei Lions Club, nel Parco Pubblico di Piazza Matteotti a Quartu venne sistemato, in sua memoria, un busto in bronzo su base di granito, rivolto verso la Via Eligio Porcu. Bibliografia Un archivio per la scuola - a cura di Anna Castellino e Linda Garavaglia - Amministrazione Comunale di Quartu S. Elena - Lavoro di ricerca d’archivio della classe Terza F della Scuola Media "Lao Silesu" di Quartu Sant'Elena, guidata dalla Prof.ssa Mariangela Piludu nell’anno scolastico 1988/89 G. Gugliotta - Eligio Porcu - biografia di un eroe - Cagliari, 1985 Sebastiano Satta "Barbaricino" di razza, Poeta dei Sardi: in questo modo viene ricordato da Vincenzo Soro, che lo conobbe quando fu colpito dalla malattia che aveva reso ancor più amara la sua vita, dopo la morte prematura della figlioletta. Nato a Nuoro nel 1867, fra il 1887 e il 1888 il servizio militare a Bologna gli permise di entrare in contatto con la poesia carducciana che lo influenzò notevolmente. Avviato dal padre agli studi di legge, si laureò in Giurisprudenza nel 1894 a Sassari, che in quel tempo era un centro di vita politica e culturale. Tra il 1890 e il 1894 si prodigò in una intensa attività giornalistica. Collaborò con "La Nuova Sardegna" e con Gastone Chiesi fondò un giornale, "L’isola", che ebbe però vita breve. In esso i due intellettuali proposero un "pezzo forte", un’intervista a tre banditi dell’epoca che poi venne ristampata dalla Tipografia Gallizzi per la sua grande popolarità. Nel 1893 pubblicò le sue prime otto liriche in una raccolta intitolata "Nella terra dei nuraghes". Dello stesso anno sono i "Versi ribelli", otto liriche che riproducono le impressioni e gli stati d’animo di un Soldato Sardo esule in una terra lontana. In esse raccontò la nostalgia, la disperata fame e sete dell’isola selvaggia, triste, sola e povera: il mal di Sardegna. Nel 1894 iniziò a Nuoro la sua carriera di avvocato, che svolse con grande senso di umanità e di giustizia, sempre dalla parte dei più deboli. Nella avvocatura, con la quale si procurò una vasta popolarità, dimostrò le sue doti di eloquenza che infiammavano i concittadini e di cui si serviva per denunciare con veemenza i mali della società e per esprimere la speranza di riscatto dei Sardi. Nel 1906 si sposò con Clorinda Pattusi, da cui ebbe due figli: Raimonda, morta prematuramente, e Vindice. Nel 1908 venne colpito da apoplessia. Costretto a lasciare il foro a causa della paralisi che lo lasciò quasi privo della parola ma lucidissimo, si dedicò completamente alla poesia. Morì a Nuoro nel 1914. Le sue opere più note sono le raccolte di poesie "Canti barbaricini" del 1910 e i "Canti del salto e della tanca", pubblicati postumi nel 1924. Nelle sue liriche egli dà voce a un intero popolo di cui esprime tutte le sofferenze; intuisce l’avvento della modernizzazione in atto nell’isola, ma coglie con nostalgia i caratteri più tipici e autentici della sardità. La città di Nuoro ha dedicato al poeta alcuni monumenti, opera di importanti artisti isolani: è del 1934 il monumento di Francesco Ciusa sul colle di S. Onofrio. Nel centro storico è stata realizzata la piazza Satta, progettata dallo scultore Costantino Nivola e sulla cui pavimentazione di granito si ergono rocce naturali dell’Ortobene che contengono, in alcune nicchie, piccoli bronzi che ritraggono il poeta nei momenti di vita quotidiana. Sulla piazza si affaccia anche la casa del poeta.

La Storia della scuola

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